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Resconto dell'incontro tra gli imprenditori EPMC

Gli imprenditori della bicicletta si incontrano

L’Università di Verona in collaborazione con l’Associazione Esperti Promotori della Mobilità Ciclistica e Fiab ha organizzato 4 tavoli tematici aperti a tutti i diplomati del corso di perfezionamento in Esperto promotore della mobilità ciclistica con le seguenti finalità:

  • far emergere tematiche comuni da sviluppare in modo da rendere il tavolo “permanente” con incontri successivi anche a carattere semestrale o con altre scadenze da definire;
  • far emergere un paio di persone che diventino i referenti dei tavoli e che diventino i gestori degli incontri successivi;
  • esaminare i contenuti della bozza di formazione seminariale per novembre – dicembre 2024 suggerendo tematiche da affrontare ed ulteriori relatori;
  • rinforzare la comunità dei diplomati favorendo la costruzione di relazioni tra soggetti che hanno interessi analoghi e che hanno frequentato corsi diversi.

 

Secondo incontro: imprenditori

Il 12 giugno 2024 si è svolto il secondo di questi tavoli tra gli EPMC imprenditori. Anche in questo caso, una trentina gli EPMC che vi hanno partecipato.

Dopo i saluti di Fabio Scalzotto (presidente dell’Ass. EPMC) e Massimo Gaspardo Moro per Fiab, inizia la discussione condotta da Fabio Gon (segretario dell’Associazione) invitando alcuni degli imprenditori intervenuti a pensare alla propria storia, a quando si è iniziato a pensare che si poteva proporre un servizio o un prodotto, a quando si ha capito che potevate provarci, agli elementi che hanno dato il coraggio di partire.

E oltre a questo, a quali fossero le criticità più rilevanti che si trova ad affrontare chi vuole essere imprenditore nell’ambito della mobilità ciclistica. Se ci fossero difficoltà legate al contesto, al settore di competenza, alle caratteristiche dei clienti a cui ci si rivolge, alle difficoltà del “Sistema Italia”, alle questioni culturali, ecc..

Dopo il primo giro di tavolo, Gon ha chiesto di portare l’esempio di una scelta che ha cambiato il ritmo della attività dei protagonisti: una scelta che ha dato una spinta all’attività, anche difficile ma che ha cambiato il mood quotidiano, che ha dato maggiore tranquillità oppure che ha migliorato competitività, efficacia o posizionamento sul mercato.

 

Gli interventi

Jacopo Spatola, la cui attività spazia dall’aiuto a tracciare percorsi per altri professionisti (profilazione), alla gestione della manutenzione della Via Francigena, passando per il Bici Grill San Michele, ha consigliato come regola per il successo di fare quello che manca, di dare umanità ai progetti, cioè di pensarli per le persone e non solo astrattamente come opera pubblica.

Massimo Gaspardo Moro, ha indicato la necessità dei dati per convincere decisori.

Alessio Migazzi della Val di Sole, si occupa con la sua società Dolomeet dell’organizzazione delle grandi gare della Coppa del Mondo di MTB e altri grandi eventi, con in testa sempre il territorio da valorizzare. Il loro motto “Pensa, Costruisci, Promuovi” sottolinea l’importanza di costruire un sistema, facendo salire a bordo tutti gli stakeholder, prima di promuovere il proprio serivizio.

Elena Mancuso, noleggiatrice di biciclette a Pisa ed in Sicilia, ha parlato dell’importanza, nelle aree vaste dove non esistono ciclabili di alto valore e conosciuto e riconoscibili, di suggerire ai clienti gli itinerari giusti.

È intervenuto anche Filippo Bonali di Cremona, per parlare di Beega, la sua attività di noleggio bici, organizzazione di gite con bambini, outdoor per le scuole e ciclofficina. Ha sottolineato l’aspetto sociale del progetto, l’importanza di aggregare molte altre associazioni del territorio e dell’inclusione per la disabilità.

Massimiliano Monesi ha un negozio di e-bike e organizza la fiera BikeUp a Bergamo e a Torino. Ha scelto l’ambito elettrico per mettere in sella chi la bici non la usa. Ha lanciato anche il progetto Biketowellness per lavorare con le aziende che vogliono valorizzare il benessere dei propri dipendenti e farli sentire dipendenti importanti e preziosi, dando loro biciclette a pedalata assistita e motivandoli ad usarle.

 

In chiusura

Chiudendo i lavori, Marco Passigato ricorda tre cose che ritiene rilevanti:

  • Fare rete, da soli non si parte e non si cresce
  • Per le ciclabili lunghe o intercomunali, la profilazione di percorsi, e umanizzare il progetto (pensare alle persone che la useranno)
  • La formazione dei decisori, attraverso viaggi studio, per far vedere le cose che funzionano